Due grandi realtà produttive di mele del Trentino tornano a darsi battaglia a suon di spot. In questi giorni il consorzio Melinda, torna a pubblicizzare “Melasì”, una linea di mele colpite da grandinate e commercializzate a un prezzo più favorevole. La comunicazione costruita intorno a questo prodotto parte proprio dal difetto, ossia l’aspetto danneggiato dalla grandine, passando poi a sottolineare la qualità e la bontà con il claim “Melasì. Buona dentro”.
Per incentivare l’acquisto, la campagna pubblicitaria televisiva, in onda anche nelle telepromozioni della trasmissione di Gerry Scotti “Chi vuol essere milionario”, fornisce alcune ricette particolari, raccolte sotto il nome di “coccole di Melasì”, appositamente create per Melinda da chef rinomati, a dimostrazione che la convenienza si può coniugare con qualità, gusto e sana alimentazione. Si direbbe quasi una mela “a portata di crisi”…
Dall’altra parte, scorre in tv la campagna pubblicitaria “Alta come una mela Val Venosta”, della VIP, l’Associazione delle Cooperative Ortofrutticole della Val Venosta. Il messaggio punta più molto in alto rispetto a quello di Melasì, prendendo a pretesto l’altitudine a cui si coltivano queste mele. La parola d’ordine, infatti, è “Altezza”, coniugata in varie accezioni a seconda delle circostanze presentate: dai tacchi della modella, all’atleta di salto con l’asta, dall’acuto di un neonato al collo della giraffa. Nel caso delle mele ovviamente è l’alta quota che viene parafrasata con l’eccellenza qualitativa.
E le mele della nostra Val d’Agri? La piccola valle del tratto iniziale dell’Agri ha tra i suoi prodotti tipici anche le mele, grazie a un ambiente – con caratteristiche orografiche peraltro simili alle valli trentine – che permette di ottenere prodotti di alta qualità. La realtà produttiva non è certamente comparabile a quelle dell’Alto Adige: meno di 10 aziende, per circa 200 ettari di superficie, eppure nessun produttore dovrebbe negarsi un po’ di pubblicità. In attesa di poterne parlare, sgranocchiamoci una mela!
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