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Archive for febbraio 2010

Informare le nuove generazioni sulla sana alimentazione, è ormai indispensabile. Ne sono convinti anche l’Unione nazionale consumatori e l’Istituto valorizzazione salumi italiani che, con il contributo del Ministero delle Politiche agricole, hanno distribuito in tutte le 7.010 scuole medie inferiori italiane un opuscolo informativo sui salumi a Dop e Igp, “A Scuola di Salumi“, insieme al bando del concorso a premi “Pubblicitario per un giorno”.

Dopo essersi documentati attraverso l’opuscolo, i ragazzi potranno cimentarsi in una campagna pubblicitaria che comunichi la qualità dei salumi Dop e Igp.

La cerimonia di premiazione dei sei vincitori, accompagnati da insegnanti e genitori, verrà fatta a Roma nel mese di maggio. C’è tempo fino al 30 aprile per inviare gli elaborati.

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C’è tempo fino al 5 marzo per iscriversi alla quindicesima edizione dell’International Packaging Competition di Verona, che il 16 marzo eleggerà le migliori etichette e le migliori confezioni dei vini e dei distillati di tutto il mondo.

La commissione di valutazione è composta da persone di altissimo spessore e competenza tecnica, nominati tra designer, art director, giornalisti, enologi ed esperti di marketing. Questi i riconoscimenti che verranno assegnati:

  • Etichetta d’Oro
  • Etichetta d’Argento
  • Etichetta di Bronzo
  • Premio Speciale “Packaging 2010”, rispettivamente per le categorie dei vini e dei distillati;
  • Premio Speciale “Etichetta dell’anno”, rispettivamente per le categorie dei vini e dei distillati;
  • Premio Speciale “Immagine Coordinata 2010”, rispettivamente per le categorie dei vini e dei distillati.

Le iscrizioni al 15° Concorso Internazionale di Packaging dovranno essere presentate alla Segreteria Operativa, che rimane a disposizione per ogni ulteriore chiarimento (Dottoressa Alessandra Ioppi, telefono +39 045/8200917 – fax +39 045/8297042 – E-mail: ioppi.consultant@veronafiere.it).

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Nella scorsa edizione di Cheese, la kermesse del lattiero-caseario organizzata da Slow Food, è stata lanciata la sfida di un social network che metta al centro i prodotti della tavola, creando una filiera corta dell’informazione.

Il progetto si chiama “Piemonte project”, dove il nome della regione che ospita l’evento è anche l’acronimo di People Interaction with Enhanced-Multimodal Objects for a New Territory Experience. Vi partecipano il dipartimento di informatica dell’Università di Torino, Telecom Italia Lab, l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e Slow Food.

A breve dovremmo vedere uno strumento web partecipativo e multi piattaforma, facile da usare, in grado di raccontare caratteristiche, storie ed esperienze dei prodotti che vengono serviti a tavola. Il tutto per un consumo più consapevole e informato.

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Sono stati presentati i risultati di una ricerca condotta dal Centro d’Ascolto dell’Informazione Radiotelevisiva che ha analizzato le modalità di rappresentazione del settore agroalimentare nei telegiornali e nelle trasmissioni delle reti pubbliche. La ricerca è stata presentata a Milano presso lo IULM in una conferenza dal titolo “Alimentazione e TV: propaganda o realtà?”.

Questi gli aspetti principali: l’informazione è dominata dal tipico, con i prodotti a Denominazione di origine, che rappresentano l’85% del tempo dedicato al settore. Soltanto il 9,7%, invece, riguarda i temi legati al mondo produttivo e alla ricerca (quest’ultima con lo 0,9%). Se si considerano i portavoce del settore si ha che il 53% dei 772 interventi nelle trasmissioni è stato affidato a rappresentanti del mondo produttivo e a specialisti del settore, contro l’11% di chef e cuochi.

La ricerca ha analizzato la programmazione nel trimestre dicembre 2008 – febbraio 2009, per un totale di 1.040 trasmissioni e 540 edizioni principali dei telegiornali andate in onda su Rai Uno, Rai Due e Rai Tre per una durata complessiva di 980 ore.

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A comporre il menu di agriturismi e ristoranti non c’è più soltanto il cuoco, ma anche lo psicologo. Arriva dagli Stati Uniti l’accortezza di rivolgersi a un consulente di “food-marketing”, che sappia suggerire le espressioni “ad effetto” per enfatizzare la bontà delle portate e stuzzicare l’appetito e quindi l’acquisto.

Come riportato in un articolo di Repubblica, una ricerca ha dimostrato che i piatti descritti in modo suggestivo lasciano più soddisfatto il cliente e fanno aumentare le vendite. E’ il caso di una catena di ristoranti statunitense, Huddle House, che ha assunto un ideatore di menù che tiene corsi di aggiornamento nei ristoranti.

Quando ci sediamo alla tavola di un ristorante o di un agriturismo, tutti siamo attratti da nomi particolari o che evocano più degli altri qualcosa di genuino o di territoriale. La psicologia dei nomi dei piatti in un particolare momento che è quello dell’appetito dei clienti può giocare un ruolo fondamentale per la loro soddisfazione, a maggior ragione se pensiamo che oggi il mangiare fuori cosa si sta connotando sempre di più di aspetti emozionali ed evocativi.

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