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Archive for gennaio 2009

Già tempo fa negli Stati Uniti era un cult tra i vip farsi curare un orto nel proprio appartamento di New Jork. Ora per molti è un ritorno alle origini quasi obbligato dalla crisi. E nelle grandi città il fenomeno ha preso il nome di orto urbano.

Il Italia una recente analisi Coldiretti fatta su dati Istat attesta che un italiano su 4 ama dedicare il proprio tempo libero nella coltivazione di un orto o di un giardino. Praticamente al 37% degli italiani piace raccogliere frutta, ortaggi o piante aromatiche da portare in tavola, come misura antistress, per passione, per gratificazione personale o anche solo per risparmiare. E non è solo un passatempo degli ultra 65enni. Sono molto coinvolti anche i giovani di età compresa tra i 25 e i 34 anni.

La moda dell’orto fai da te è diffuso in Veneto, Valle d’Aosta e Friuli Venezia Giulia. Meno nel mezzogiorno, dove si pratica per circa il 25%.

 

 

L’orto a distanza. L’idea di un’azienda agricola di Vercelli

 

Per chi non ha o non sa fare un orto, ma vorrebbe tanto averne uno, l’azienda agricola risicola Giacomo Ferraris (Bianzè, Vercelli) ha presentato lo scorso 21 gennaio a Milano un’idea innovativa.

Mettendo a disposizione alcuni terreni aziendali, coltiverà frutta e verdura di stagione a chi farà domanda di un orto a distanza. Con tanto di consegna a domicilio dei prodotti ogni settimana. Le zone servite: Milano, Torino, Vercelli, Biella, Novara e Casale.

Il tutto ha come finestra un sito internet davvero eccellente per grafica e funzionalità: leverduredelmioorto.it.

Si può scegliere la dimensione del proprio orto (per 2 o più persone) e le colture. Se avere delle aiuole per le erbe aromatiche o per i fiori. L’orto non è virtuale, è vero, lo si può visitare, se ne può seguire l’evoluzione, averne le foto. Il tutto a un prezzo che va dai 2 euro in poi a persona.

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inamoDavvero originale, l’idea di un ristorante londinese di allestire in una sala dal design raffinato, dei tavoli touchscreen. Si tratta dell’Inamo, nel quartiere Soho di Londra.

In barba ai tempi di attesa per un’ordinazione, dal proprio tavolo/computer si possono scegliere i piatti con un click e inviare l’ordinazione direttamente in cucina.

Il vantaggio è nei tempi di attesa, nell’avere un’anteprima grafica della portata scelta, conoscere gli ingredienti delle pietanze, i vini che vengono proposti in abbinamento. Si può persino scegliere lo sfondo “desktop” che farà da tovaglia!

In attesa che arrivi il cameriere, poi, si può giocare a battaglia navale, prenotare un taxi per il ritorno, o avere altre info sulla città.

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La presenza delle case vitivinicole sul web stenta ancora a decollare. La classifica “Cantine in web” n. 8 stilata dalla rivista telematica WineNews attesta che il vino italiano non cresce sul web e rimane indietro rispetto ad altri settori trainanti per l’Italia come il design, le automobili, la moda. Con un monitoraggio unico nel nostro Paese, Winenews analizza ogni anno oltre 2.500 siti per tracciare lo stato dell’arte delle aziende vinicole italiane.

Ecco le prime 12 posizioni:

 

  1. Santa Margherita, www.santamargherita.it;
  2. Donnafugata, www.donnafugata.it;
  3. Planeta, www.planeta.it;
  4. Tasca d’Almerita, www.tascadalmerita.it;  
  5. Duca di Salaparuta-Vini Corvo-Cantine Florio, www.duca.itwww.vinicorvo.itwww.cantineflorio.it, tutti di proprietà della Illva di Saronno;
  6. San Leonardo, www.sanleonardo.it;
  7. Alessandro di Camporeale, www.alessandrodicamporeale.it;
  8. Gravner, www.gravner.it;
  9. Bastianich, www.bastianich.com;
  10. Caprai, www.arnaldocaprai.it;
  11. Feudi di San Gregorio, www.feudi.it;
  12. Tenuta dell’Ornellaia, www.ornellaia.it.

 

Complessivamente non vi è stata nessuna variazione nell’e-commerce, fermo al 5% delle aziende (mentre nei vari altri settori è cresciuto del 20% nel 2008). Quelle nuove sezioni dedicate ai video, cresciute nel 2008, non hanno registrato una crescita nei contenuti, nè quantitativamente, nè qualitativamente.

In generale molti portali, come in altri comparti agroalimentari, sono ancora dei semplici siti vetrina, dalla grafica spesso poco accattivante e con tecnologie superate.

Molto meglio vanno i blog e le newsletter.

Leggendo il dato a livello regionale, sono Piemonte e Toscana quelle peggio posizionate, nonostante siano le due regioni storiche dell’enologia italiana. Bene invece la Sicilia.

 

Ma quanto investono le imprese vinicole in comunicazione?

 

Nel corso del 2008 la rivista Enotria dell’Unione Italiana Vini ha dedicato la sua edizione annuale agli investimenti in comunicazione delle aziende vitivinicole. I dati che emergono dall’indagine – che attraversa la comunicazione enologica dai primi del novecento ad oggi – vedono un valore medio della spesa in comunicazione del 5,8% del fatturato, con picchi massimi del 10% e minimi dell’1,5%. La quota del 5,8% è stata poi scomposta nelle sei azioni più frequenti per le aziende: eventi, pubblicità sui giornali, partecipazione a fiere, promozione sui punti vendita, attività di ufficio stampa e ricerca creativa sul packaging.

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Le organizzazioni professionali di categoria e le imprese agricole potranno beneficiare di nuovi fondi per azioni di comunicazione sulla qualità dei prodotti agroalimentari e sui quei prodotti riconosciuti a marchio comunitario e nazionale.  Lo hanno stabilito due decreti del Ministero delle Politiche agricole.

Si tratta del decreto pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 2 gennaio scorso, rivolto alle organizzazioni professionali di rappresentanza dell’agroalimentare che realizzano programmi di comunicazione finalizzati al coinvolgimento della propria base associativa nelle tematiche relative alla qualità del settore. Possono essere finanziati Programmi di comunicazione da realizzare, nell’arco di dodici mesi, nell’anno 2009. Il valore del contributo concesso sarà fino ad un massimo del 90%, e comunque non superiore ai 900.000,00 euro. Le richieste di contributo dovranno pervenire al Mipaaf entro il 30 gennaio 2009. (Leggi il decreto).

L’altro decreto (D.M. 9287 del 19 novembre 2008), pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 7 gennaio 2009, stabilisce invece i criteri e le modalità per la concessione di contributi per la valorizzazione delle caratteristiche di qualità dei prodotti agricoli e alimentari, contraddistinti da riconoscimento Ue e da riconoscimento nazionale. Le attività finanziabili sono la partecipazione a fiere, convegni e manifestazioni, e tutte quelle riguardanti la valorizzazione, la salvaguardia dell’immagine e la tutela anche legale, predisposte da consorzi di tutela, enti, organismi ed associazioni preposte. Le richieste di contributi dovranno pervenire presso il Ministero entro il 1° marzo di ogni anno. (Leggi il decreto).

 

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linea-verdeIl sottotitolo della trasmissione di Rai Uno “Linea Verde”, in onda ogni domenica mattina, è “In diretta dalla natura”, ma il programma, vista la sua ricchezza di servizi da diverse località all’interno della stessa puntata è ovviamente registrato.

Anche quella trasmessa ieri, domenica 11 gennaio, è stata girata tempo prima.

La puntata era dedicata alla Val d’Agri, o meglio all’Alta Val d’Agri, dove convivono agricoltura, prodotti a marchio, produzione di energie alternative e petrolio.

I servizi sono stati girati più di un mese fa, agli inizi di dicembre. Questo ha inevitabilmente comportato, durante la ripresa dalla diga del Pertusillo, un errore di informazione: un mese fa c’era pochissima acqua, oggi ce n’è quasi il doppio rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

 

Disponibilità idrica della diga del Pertusillo

 

 

Giorno in cui la troupe di Linea Verde era in Val d’Agri

 

02 Dicembre 2007

02 Dicembre 2008

 

volume invasato netto(mc)

quota livello di invaso (m.s.l.m.)

volume invasato netto(mc)

quota livello di invaso (m.s.l.m.)

differenza volumi(mc)

34.700.000

511,16

28.343.000

509,02

-6.357.000

 

Giorno in cui è andata in onda la trasmissione

 

11 Gennaio 2008

11 Gennaio 2009

 

volume invasato netto(mc)

quota livello di invaso (m.s.l.m.)

volume invasato netto(mc)

quota livello di invaso (m.s.l.m.)

differenza volumi(mc)

39.467.000

512,62

75.684.000

521,10

36.217.000

Dati Ente per lo Sviluppo dell’Irrigazione e la Trasformazione Fondiaria in Puglia, Lucania e Irpinia

 

 

Fin qui chiunque potrebbe dire “pazienza!”

Ma c’è un altro aspetto. Sabato 10 la trasmissione era stata annunciata durante il Tg3 regionale con un’intervista che il giornalista locale aveva fatto al conduttore di Linea Verde Massimiliano Ossini. Anche questa era stata registrata un mese fa, ma nel loro parlare hanno usato espressioni tali da far credere che si fossero ritrovati davvero il giorno prima della trasmissione. Questo escamotage che in tv si usa spesso, ha dato al pubblico l’idea che ieri la troupe si trovasse in Val d’Agri. Un amico incontrandomi sabato pomeriggio mi ha chiesto: “Domani scendi in Val d’Agri?” E io: “No, perché?” “C’è Linea Verde, non hai sentito?…”

 

La domanda provocatoria che mi pongo è come mai lasciano passare così tanto tempo dalla realizzazione dei servizi alla messa in onda? E perché non cambiano il sottotitolo della trasmissione?

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